Girato nel 2010 a Rosarno con i braccianti agricoli migranti nella raccolta delle arance.
Gennaio 2010, Rosarno, Calabria. Le manifestazioni di rabbia degli immigrati mettono a nudo le condizioni di degrado e ingiustizia in cui vivono quotidianamente migliaia di braccianti africani, sfruttati da un'economia fortemente influenzata dal potere mafioso della 'Ndrangheta. Per un momento l'Italia si accorge di loro, ne ha paura, reagisce con violenza, e in poche ore Rosarno viene "sgomberata" e il problema "risolto". Ma i volti e le storie dei protagonisti degli scontri di Rosarno dicono che non è così. Scovarle e dare loro voce è oggi forse l'unica via per restituire al Paese la propria memoria: quella di quei di giorni di violenza e quella del proprio recente quanto rimosso passato di miseria rurale. Il film di Segre offre ad un anno di distanza la possibilità di tornare a riflettere su questo: sul bracciantato migrante, su questa manovalanza che porta sulle proprie spalle le tonnellate prodotte nelle aziende agricole di tutta Italia; su un modello di distribuzione, quasi monopolistico, che ha distorto forse irrimediabilmente le sorti dell’agricoltura in Italia; sulle politiche dell’immigrazione che decidono come e chi, in Italia, si può muovere/lavorare/vivere; e sulle possibilità di cambiare orizzonti, invece, attraverso pratiche attive ed efficaci.
Gennaio 2010, Rosarno, Calabria. Le manifestazioni di rabbia degli immigrati mettono a nudo le condizioni di degrado e ingiustizia in cui vivono quotidianamente migliaia di braccianti africani, sfruttati da un'economia fortemente influenzata dal potere mafioso della 'Ndrangheta. Per un momento l'Italia si accorge di loro, ne ha paura, reagisce con violenza, e in poche ore Rosarno viene "sgomberata" e il problema "risolto". Ma i volti e le storie dei protagonisti degli scontri di Rosarno dicono che non è così. Scovarle e dare loro voce è oggi forse l'unica via per restituire al Paese la propria memoria: quella di quei di giorni di violenza e quella del proprio recente quanto rimosso passato di miseria rurale.
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